
Quando sono partita insieme a Valerio non sapevo a cosa sarei andata incontro, non sapevo cosa avrei riportato indietro da quei giorni e non sapevo che sarebbe stata una sorpresa continua e in fondo inaspettata.
Sapevo però che avremmo dormito la prima notte a Santa Maria del Piano e la seconda notte a Bologna, sapevo che avremmo inaugurato quei giorni compressi andando a vedere “Bruno Munari Tutto”, che poi saremmo andati alla Bologna Children's Book Fair dove il giovedì alle 10:30 avrei avuto un appuntamento preso a febbraio dopo quel messaggio letto a tarda sera e, per chiudere il cerchio, come ultima cosa, avremmo visitato la mostra "25.07 Francesca Zoboli e Guido Scarabottolo" a Pavullo nel Frignano all'interno di Palazzo Ducale, curata da Simona Negrini che ho avuto la fortuna di conoscere proprio in quell'occasione.
Il martedì mattina in viaggio verso la Fondazione Magnani Rocca ci hanno fatto compagnia le voci di chi vive il mondo dell’illustrazione intervistate da Alessandro Mele che ha avuto la geniale idea di realizzare il podcast “Il mondo invisibile”.
Arrivati alla fondazione abbiamo mangiato un panino insieme ai pavoni del parco e poi ci siamo immersi nel mondo di Bruno Munari.
La mostra l'ho vissuta in punta di piedi e sorridendo, sulla linea cronologica di questo personaggio incredibile.
Una linea cronologica paradossalmente inesistente.
A distanza di cento anni, osservando la sua ricerca, il tempo non esiste.
Tutto è ancora possibile, tutto è attuale.
Progetta i nostri pensieri, quello che non abbiamo il coraggio di dire.
Penso ad esempio alla "Sedia per visite brevissime", la guardavo e mi chiedevo: "quanti di noi la vorrebbero in casa?", durante le cene svogliate “di quante sedie così avremmo bisogno?”.
Le sue prove, i tentativi, i libri, le sculture da viaggio, le scritture illeggibili di popoli sconosciuti.
Tutto mi fa pensare a una persona che non ha messo al centro l'essere umano né la sua esistenza, ma l'esistenza in relazione al resto. Essere pari.
Questo equilibrio mi stupisce, mi fa sorridere perché immagino il suo divertimento e mi fa pensare, perché la sua disponibilità alla sperimentazione si sente tutta dimostrando che le rivoluzioni sono possibili.
Silenziose nel mentre e fragorose poi.
Usciti da lì, siamo andati a casa, abbiamo cenato e guardando la tv mi sono addormentata con l’anima in subbuglio. Stavo andando per la prima volta alla Bologna Children's Book Fair.
Di quel giorno ne parlerò nei prossimi (ultimi) due capitoli.
Detto ciò, la data 11 aprile è diventata per me un secondo compleanno.
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