Capitolo 12 - Giovedì 11/04/2024
- giulia ceccarani
- 31 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 3 apr

Bologna Children's Book Fair
All’ingresso della Fiera ho salutato Valerio e sono entrata con in mano il materiale che avevo deciso di portare.
Dall’elenco torneranno familiari i capitoli precedenti.
In ordine c’era:
_ Il progetto fatto a febbraio che ho chiamato “A piedi Nudi” e che per me sarà sempre Begbie
_Il Mondobosco ispirato a Donna Haraway
_Il progetto libro sui confini, nato dalla storia di Simona e sviluppato grazie all’esercizio suggerito da Silvia Vecchini.
Non ho fatto un giro per la fiera, sono andata dritta al padiglione 29 stand D 16 passando per il cortile esterno. Era tutto molto tranquillo, io meno.
Giovanna era seduta, Paolo e Anna stavano parlando con delle persone.
Saluto Giovanna ammettendo di essere un po' in anticipo. Mi siedo tirando fuori i lavori che avevo deciso di portare con me.
Dei progetti presentati mai avrei pensato che il più asciutto (mi piace pensarlo così) sarebbe stato scelto.
Tra l'altro non era detto che avrebbero scelto qualcosa. E invece la storia sui confini si è fatta spazio.
Non entrerò nel merito di tutto quello che ci siamo dette durante il colloquio, quello lo terrò per me, però voglio condividere ciò che ho sentito e che custodisco ancora come tempo prezioso.
Il modo in cui hanno guardato il progetto, le domande che mi hanno fatto, la curiosità, l’entusiasmo e la cura, mi hanno stupita.
Mi sono sentita accolta, capita e a casa.
Nasce così “E poi c'è la terra”, edito da Topittori.
La casa editrice che nella libreria dello studio ha sempre avuto un posto speciale, e che ho sempre guardato con profonda ammirazione e se ancora ci penso un po' non ci credo.
Di cosa tratta ne parlerò in un articolo speciale.
Uscita dalla fiera ho abbracciato Valerio ho pianto e poi mi sono chiesta: “Chi lo dirà ai gatti di casa che sono diventata un topo?”.
Montati in macchina, prima di tornare a Terni, impostiamo il navigatore per andare a Pavullo nel Frignano dove ci avrebbe aspettato la mostra 25.07 di Francesca Zoboli e Guido Scarabottolo.
Arrivati abbiamo fatto un giro per il paese e poi, dopo pranzo, dopo la fototessera di rito, siamo andati a Palazzo Ducale a vedere la mostra.
La porta degli spazi espositivi ce l’ha aperta Simona Negrini, coordinatrice e direttrice artistica del luogo. Lei è un altro tassello importante di quel giorno paragonabile a come vorrei che fosse il mio compleanno.
Dopo aver osservato le opere di Francesca Zoboli e di Guido Scarabottolo, ci ha raggiunto la collega di Simona, Agnese, che ci ha fatto fare un giro per tutto Palazzo Ducale, uno spazio dove ci sono appunto esposizioni e si tengono corsi creativi per bambini e adulti. Rimasti stupiti della cura con la quale gestiscono e costruiscono questo posto, mi sono ritrovata ad accogliere positivamente la proposta di tenere un workshop proprio lì ad anno nuovo, questo.
Quel giorno sono stata dove volevo stare conoscendo persone con occhi attenti, capacità di ascolto e grande fiducia.
Sono tornata a Terni pronta a pensare casa come a un porto dove attraccare e da cui partire. Pensando che le reti da tessere si possono fare anche con telai più grandi della piccola provincia e soprattutto che tanto ordito e tanta trama sono per gran parte donna.
Tutto questo per dire che sono grata del percorso fatto e di quello che ancora non conosco. Di essere fedele al processo anche quando sembra non avere senso, anche quando tutto è faticoso. Anche quando la quotidianità stravolge la strada.
Profondamente grata per le persone che mi hanno sostenuta, che mi hanno aiutata a camminare quando la stanchezza aveva ed ha il sopravvento, quando le energie scarseggiano esattamente come l’autostima. Grata anche a tutte le buche prese che spesso hanno avuto forma umana e che mi hanno aiutato a decidere quale fosse la direzione: lontano da loro. Disposta a prendere storte ma non le stesse e negli stessi dissesti.
Un grazie grande va a Giovanna, Paolo e Anna. A quel primo abbraccio simbolico che ho sentito, al modo di lavorare, al rispetto.
Che bello!
E poi c’è la terra è uscito il 2 aprile e adesso arriverà il momento di presentarlo, di organizzare laboratori, di ascoltare riflessioni sui temi che tocca e di scoprire ancora perché il tempo è prezioso tanto quanto la vita, soprattutto quando diamo per scontato il respiro.
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