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Essere animali




10 febbraio - Foglio n° 6



Sono seduta sul bidet mentre fumo per la prima volta in dieci anni nel bagno di casa.

Le parti interdette sono la camera da letto e il bagno per l’appunto. 

Oggi però è diverso.


Sono vestita. 


Ero pronta per uscire e andare al corso di disegno creativo.

Non ce l’ho fatta, ho mandato Valerio.

Sono seduta sul bidet vestita, fumo e scrivo mentre osservo con la coda dell’occhio Piera che piano piano se ne sta andando.


A ottobre del 2023 aveva avuto il primo ictus e da quella volta mi sarei dovuta preparare alle ricadute che nel tempo sono sempre arrivate di sorpresa, ma che dopo qualche ora le davano tregua.


Nell’ultimo mese invece, nonostante il suo carattere che mi ricorda quello di mia nonna paterna, la tregua si è ristretta esattamente come il suo corpo sempre più piccolo e fino.


Nel bagno ho messo le lucine di Natale, allestendo lo spazio come un piccolo santuario.


Mi sta venendo il ciclo e adesso mi chiedo, osservando la sua cassa toracica alzarsi e abbassarsi, alternando la speranza della vita e la liberazione della morte -

“chi si metterà di notte sulle mie ovaie?”


Piera si mette sempre sulle parti del corpo dove c'è dolore.

Una gatta curativa. 


Scrivo perché l’attesa è un sasso, piango, scrivo e la guardo. 

La chiamo “Piera?”

Scrivo perché nella mia toponomastica del corpo, le ferite e le cicatrici spesso hanno la forma di animali, di esseri viventi diversi da me che si diramano nell’albero che mi compone.


Con questo pezzetto di giorno che condivido, scritto sabato, pubblicato adesso, dopo averla seppellita sotto la grande quercia della Romita, arriva la domanda per il sesto foglio della mappa:


E la domanda è inevitabilmente una, l'unica che mi viene in mente:


Che animale saresti se non fossi uman*?




Un abbraccio grande,




Giulia


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