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Immagine del redattoregiulia ceccarani

Nonno Arnaldo






Di solito quando scelgo il dentifricio al supermercato prendo Elmex, il dentista dice che è un buon prodotto.

Nei giorni più fragili, quando ho bisogno di certezze scelgo "pasta del capitano", c'è il volto di un uomo che mi ricorda il nonno paterno, l'unico che non ho conosciuto. Arnaldo. Un uomo nato in una piccola cittadina umbra tra l'8 e il 9 di giugno del 1920. Nessuno ha mai saputo la data esatta, in ogni caso concepito sotto il segno dei gemelli come me. Prende in sposa Leonella all'inizio degli anni 50 trasferendosi a Terni. Diventa padre di due figli maschi e lavora come autista per una famiglia di commercianti tessili. Arnaldo, che accompagnando il padrone in giro per l'Italia, ha avuto la fortuna di vedere la Sardegna quando ancora era vergine, quando ancora Aga Khan non ci aveva messo le mani, i ginepri erano felici e gli aperitivi non erano contemplati. Arnaldo, amante delle parole crociate e del modellismo. Fumatore, con gli occhi profondi che ancora oggi se lo vedi in foto ti entra dentro l'anima. Arnaldo, morto in sala di attesa di un ospedale durante le vacanze al mare al fianco di mia nonna e mio zio. Gli avevano diagnosticato una bronchite, in realtà era un infarto. Se ne va il 15 agosto del 1982. Mio padre e mia madre erano in giro per la Puglia, anche loro in vacanza.

All'epoca non c'erano i telefonini e avvertirli era difficile. Il caso però ha voluto che tornassero il giorno del suo funerale. Papà arrivando a Terni ha ricevuto il benvenuto con il cartello mortuario di suo padre.

Fa in tempo per la cerimonia. Di mio nonno ho rubato gli occhi, il vizio del fumo, il sorriso solare e quel segno d'aria che tanto caratterizza gli sbalzi umorali e una creatività intermittente. So poco di lui, mio padre ne parla a malapena ma ho avuto la fortuna di incontrarlo in un vecchio filmato girato in super8 e poi riversato in dvd qualche anno fa dai nostri parenti.

Un dono prezioso. Vederlo vivo è stata un'emozione difficile da descrivere, simile a un miracolo. E' l'unico nonno non conosciuto, ma è quello che sento più vicino. Mi piace pensare di aver preso alcuni dei suoi aspetti e quando la famiglia si riunisce, qualche parente mi dice :" somigli tanto a Naldino!" (lo chiamano così). Sono felice di questo.



A presto per nuovi personaggi a me molto familiari!



Giulia

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