Nonno Carlo per me assomigliava a Marcello Mastroianni. Uomo forte, elegante, duro e spesso intransigente. Nasce a Orte nel 1920, fratello di Maddalena, Renzo e Tancredi.
Sposa Estella nel 1948 a Terni.
Ho una loro foto bellissima e a volte la guardo chiedendomi com’era in quel periodo stare insieme.
Era disegnatore all'Enel.
Quando andavo nel suo studio, amavo aprire i cassetti della scrivania e prendere gli astucci in latta dove teneva gli attrezzi del mestiere. Probabilmente ho iniziato ad amare il disegno tecnico in quel periodo.
Ricordo la sua precisione nel tracciare le linee e quella sicura delicatezza.
Con mia nonna ballava il valzer dentro casa.
Ogni tanto la prendeva per la vita e in mezzo al corridoio, facevano questi passi per difficilissimi.
Nonno Carlo aveva rigorosamente le posate più grandi di tutti quando si stava in tavola.
Con lui ho scoperto il pane integrale e la groviera.
Il pane integrale adesso mi piace, la groviera continua a essere un formaggio poco convincente. Durante le vacanze estive andavo con nonno e nonna a Leonessa e lì scoprimmo la zuppa di farro spezzato.
Divenne uno dei nostri piatti preferiti.
Mi piacevano quelle vacanze, erano rilassanti, senza tempo e chiudevano il periodo estivo perché di lì a poco sarei tornata nuovamente a scuola.
Nonno Carlo era un amate delle macchine e della velocità.
Quando viaggiavamo tutti insieme era d'obbligo (a me piaceva) cantare a squarciagola Renzo Arbore.
La cosa che mi è rimasta impressa di lui è l’affetto che aveva per me, quello l’ho sempre sentito addosso e per quanto fosse testardo quell’amore incondizionato ha sempre fatto parte delle cose che porto con me. Nonno è l'acqua di colonia fortissima, la Giulietta e il presepe pieno di lucine anni 80.
Lui mi ha trasmesso l'amore per il disegno e la precisione maniacale nel tenere in mano una matita.
A presto per nuovi personaggi a me molto familiari!
E buon fine settimana,
Giulia
Comentarios