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Rotture di scatole



Quel pomeriggio sono arrivata davanti alla porta della cantina con una curiosità bambina.

Sentivo il rumore delle macchine passare e delle persone che camminavano sulla strada.

Nonostante il caos fuori che tanto mi aveva tenuto compagnia, lo stesso caos amico che spegneva i pensieri, stavo per vivere un’esperienza dimenticata da tempo.

Scendendo le scale in punta di piedi sentivo il battito del cuore molto forte e le vecchie ferite svegliarsi senza sapere come metterle a tacere.

Uno scalino dopo l’altro ho pensato che la cosa migliore sarebbe stata quella di lasciarle sfogare.

In fondo le avevo rimarginate con la pazienza e il tempo. Cos’altro sarebbe potuto succedere?

Aprendo la porta, la luce che filtrava tra la bocca di lupo e le piante infestanti illuminava una serie di scatole sigillate col nastro di carta.

Avvicinandomi con timore ho iniziato a leggere cosa c’era scritto col pennarello nero e una bella grafia.

Credevo di trovare libri, tazze, tovaglie, documenti, il materiale del campeggio, vecchie scarpe e invece le varie diciture mi ricordavano che dentro quelle scatole avevo messo, la paura di amare, le abitudini, la mia storia personale e la famiglia.

Addentrandomi c’era la tristezza, e le incomprensioni non chiarite. C’era la scatola compromessi e quella scappa finché sei tempo, il cartone della vita insieme, le compatibilità, le distanze, la responsabilità, scegliere di restare, una scatola grande conteneva amore per se stessi ed era vicino a quella solitudine in due, ho trovato libertà reciproca, mettersi in gioco, lasciarsi andare, condivisione del tempo, camminare soli, rispetto, dolore, delusione, perdono e mi mancherai.

Quel pomeriggio attraversando la città, stavo facendo un giro anche in quella cantina e mi sono resa conto che non era così angusta e paurosa come pensavo.

Anzi, più restavo e più prendeva luce.

Quel pomeriggio andavo incontro all'altro pensando che in fondo è bello rischiare, rompere le scatole.



Riflessione della domenica.



Per Giulia R. - il soprabito lo lascio esattamente dov'è -




Giulia

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