Toponomastica dei corpi è una ricerca iniziata il primo gennaio.
Ero partita ragionando da sola, immaginando di allestire una parete con appunti giornalieri, che avrei appeso al muro e ne avrei scritto come un diario nel blog.
Dopo soli due giorni ho sostituito il muro con la stoffa e soprattutto ho deciso di aprire il progetto.
La O è diventata I, io è diventato noi, corpo è diventato corpi, le visioni si sono moltiplicate e l'appuntamento da giornaliero è diventato settimanale.
Ho cercato di girare sempre sotto pelle con la lente di ingrandimento facendo domande per provare a mettere sul piatto della bilancia le nostre emozioni, disegnare le nostre curve di livello e, nei solchi, innestare altra vita.
Il tentativo è stato quello di realizzare una carta geoemotiva condivisa, dove il nostro sentire ha dato nome alle strade, alle piazze interiori, a tutto quello che non è possibile vedere da fuori ma esiste e determina il nostro essere al mondo.
È una mappa di 21 fogli che ho volutamente terminato oggi, primo giugno, per festeggiare 40 anni.
Gli ultimi sette fogli, come i primi sette, li abbiamo immaginati insieme, grazie alla partecipazione ai sondaggi, iniziati nel primo mese dell’anno, fatti ogni lunedì mattina.
Arrivata all’ultima parte di questo progetto, mi viene spontaneo mettere insieme tutte le risposte scrivendo un piccolo racconto che parla di una mappa tracciata da più persone, da cuori aperti che si sono affidati a questo nomadismo artistico.
Non mi dilungherò oltre.
La creatura che una notte era apparsa sul muro di casa si chiama Faro.
Lui arriva quando il punto di vista si fossilizza e c’è bisogno di vedere le cose da un’altra prospettiva.
È capace di penetrare nella terra, camminare tra l’erba, volare nel cielo o nuotare negli abissi del mare.
Il suo corpo è molto lungo per poter trasportare più persone contemporaneamente.
Faro non ama lasciare a piedi nessuno e se è costretto a farlo, di certo torna indietro a prenderlo.
Mi dice che è felice quando viaggia insieme ad altri esseri viventi perché ha la possibilità di studiare e conoscere chi abita il mondo.
Il giorno in cui ci aveva fatto salire sulla sua schiena, aveva chiesto dove saremmo voluti andare.
Ognuno aveva detto una meta ma ovviamente erano tutte diverse.
Così, ci aveva proposto di volare per un po' facendo un esercizio di fantasia, provando a immaginare un luogo sconosciuto.
Tra una nuvola e l’altra, in mezzo al cielo di quasi primavera, avevamo iniziato a giocare con le idee.
Potevamo scegliere di lasciare la terra e invece avevamo deciso di restarci.
Qualcuno aveva detto: “Non tiriamo i remi in barca, tentiamo ancora per noi e per chi verrà dopo, in fondo questo pianeta è un luogo meraviglioso, potrebbe essere un’occasione restare, cercando di preservare ciò che esiste. Andarsene sarebbe troppo facile”.
Avevamo immaginato un posto esteso per orizzontale, la pretesa di tirare su palazzi o strutture sempre più vicine al cielo non ci piaceva.
Di verticale ci sarebbero stati solo gli alberi.
Faro inoltre, aveva domandato cosa avremmo visto dall’alto, dato che straordinariamente eravamo trasportati da una creatura che volava, cosa che non era mai successa a nessuno di noi.
Avevamo visto verde, tanto verde, in lontananza il mare, le lampare dei pescatori, la sabbia e anche la foresta, non c’era una fine, non c’erano confini, solo natura.
Con gli occhi sognanti ci eravamo anche chiesti quanto spazio avrebbe occupato la nostra specie, una domanda scomoda ma necessaria.
Nel frattempo si erano accodati a noi gli uccelli.
Eravamo stati tutti d’accordo sulla parola, “poco”, una persona aveva suggerito “una stagione”, qualcun’altra aveva detto “tra le pieghe del bosco”.
Eravamo d’accordo anche sul fatto che ci saremmo adattati a questo luogo senza imporci, per evitare i soliti errori.
Una bambina si era posta il problema di dove avremmo abitato.
Avevamo viaggiato tanto con la fantasia, avevamo parlato di case in legno senza porte da condividere con gli altri esseri viventi, c’era chi aveva proposto “tra le braccia" e chi “in piccole bolle”.
Attraversando una nuvola, avevamo deciso che avremmo vissuto intorno agli alberi e per chi non soffriva di vertigini, sui rami senza appesantirli troppo.
Che bello sarebbe avere come capo condomino uno scoiattolo!
Dopo aver affrontato la questione abitativa, c’eravamo messi a parlare delle strade e dei relativi spostamenti. Semplicemente, avremmo camminato e chiesto passaggi agli animali.
Poi era arrivato un altro tema importante, il clima.
Dopo un grande referendum in volo, avevamo scelto qualcosa di sconosciuto, non le quattro stagioni, ma la proposta di uno dei viaggiatori che guardando il cielo aveva detto “Ci saranno tante stagioni, una per ogni piccolo cambiamento”.
Tutti avevamo sorriso, ci piaceva quell’idea.
Continuando a immaginare ci eravamo resi conto che, pian piano dall’alto, questo luogo stava prendendo forma.
Faro a un certo punto aveva chiesto come avremmo comunicato.
Ci siamo guardati tutti e senza dire nulla, in quel momento avevamo deciso che avremmo comunicato con gli occhi, il tatto, i suoni e l’olfatto.
La bambina poi aveva posto un altro quesito importante chiedendo come avrebbero vissuto le donne.
Lei ci aveva detto che non capiva le distinzioni tra gli esseri viventi così si era deciso che non ci sarebbero state divisioni, differenze.
Aveva proseguito proponendo “…Ci saranno solo unicità e ogni essere vivente, avrà la stessa importanza” e una voce aveva aggiunto: “non esisteranno più i documenti d’identità”.
Tutti in coro, Faro incluso, avevamo esclamato: “Finalmente!".
Volando, eravamo arrivati al tema del lavoro e anche lì, come fossimo tante anime gemelle, avevamo concordato sul fatto che il lavoro per come lo conosciamo non sarebbe esistito.
Si sarebbe dato spazio, per tutta la vita, al gioco e alla conoscenza, avremmo passato il tempo a raccontare le nostre memorie e quelle di chi c’era prima di noi, avremmo osservato la natura cambiare, avremmo inventato nuove storie, avremmo imparato e insegnato ad accettare il cambiamento, con un ritmo lento, lentissimo.
Di produrre nemmeno per sogno.
Come impegno ci sarebbe stato quello di preservare e tutelare l’ambiente senza modificarlo, lasciando che ogni cosa scorresse.
Ci sarebbero stati spazi aperti per la cultura, radure, altipiani e colline dove accomodarsi a leggere, studiare e condividere riflessioni. Avremmo tramandato i saperi e ogni punto di vista, di ogni età, sarebbe stato occasione di scoperta.
I voti e i giudizi li avevamo buttati fuori dalle tasche, durante il volo.
Che liberazione anche questa!
Poi eravamo arrivati ad affrontare la morte.
Prima di tutto avevamo deciso che quando sarebbe arrivato il momento di salutare un membro della comunità, l’avremmo seppellito tra gli alberi senza costruire luoghi dedicati, vita e morte insieme.
Avremmo evitato la cremazione per non inquinare ulteriormente l’ambiente.
Ci sarebbero stati rituali, ognuno avrebbe avuto il suo, ma tutto sarebbe tornato a mescolarsi con la terra, la luce, l’aria e di nuovo la vita.
Mentre parlavamo della morte ci eravamo resi conto di essere atterrati.
Faro ci aveva fatto scendere dalla sua schiena.
L’aria era pulita, c’erano i suoni della natura che avevamo dimenticato, il suolo era umido e soffice.
I nostri occhi erano lucidi.
La bambina, dopo essersi tolta le scarpe, aveva iniziato a correre e voltandosi verso di noi aveva soltanto detto: “siamo tornati a Casa”.
In questi 21 fogli di toponomastica dei corpi, in questa mappa, ci siamo noi, il nostro sentire, i solchi più profondi e la nostra capacità di trasformazione.
Una carta geoemotiva fatta da tante persone.
In questa mappa c’è una piazza ed è lì dove vorrei abbracciarvi e dirvi grazie per questo viaggio.
Prima di salutare condivido tutte le risposte agli ultimi sondaggi senza le quali non saremmo arrivati fin qui:
Questo luogo sconosciuto dove si trova?
Terra o un altro pianeta?
Terra 74% Altro pianeta 26%
È un luogo che si estende, in verticale o in orizzontale?
Verticale 28% orizzontale 72%
Cosa vedi dall’alto?
Verde, verde sconfinato
Il mare fermo come una tavola blu e luminosa
Luccicante e schiumoso
Dall'alto non si vede perché tutta la città è protetta da un bosco
Sono lucine fioche, lampare dei pescatori di notte e cespugli
Vedo il bene che cerca di contrastare il male
Tanta sabbia che crea onde
Tante campiture di colore
Un piccolo Paese arroccato su una collina vicino ad un bosco con un laghetto
Una distesa di soffice muschio verde rubino
Verde e blu
Acqua lieve, gorgogliante, fresca e accogliente
Un gran caos
Una coperta colorata
Una malga, un bosco, qualche baita, un laghetto
Foresta
È una città che dall'alto sembra un arcipelago di isole verdi e blu che sono parchi e laghetti
Blu
Non vedo la fine, i confini non esistono, non c'è cemento, vedo solo natura
Un caos colorato
La specie umana quanto spazio dovrebbe occupare?
Nessuno
Quello che resta tra le pieghe del bosco, quello lasciato dagli animali, dalle piante, dagli altri
Una stagione
In armonia col tutto..."tutto e niente"
Lo spazio necessario a un'evoluzione armonica con tutte le altre specie
Piccolo ma ben integrato
Poco
Pochissimo
Quanto gliene consente il resto
Poco il minimo indispensabile
Invece siamo ovunque con la nostra presenza ingombrante
Equilibrio delle specie
Solo comunità su piccole isole o arcipelaghi
0,1 %
Puntini sparsi
Pochissimo
Poco fanno danni
Saremo noi ad adattarci al luogo o piegheremo il luogo alle nostre esigenze?
Ci adattiamo 95% ci imponiamo 5%
Dove abiteremo?
Case di legno, tetto di muschio, piccole col freddo gli animali entrano per scaldare l'oro e noi
Tra le braccia
Nell'ambiente creando senza distruggere...ma "aggiungendo" in modo armonico
In dei moduli appesi a una fitta rete di corde tra gli alberi
Sulla costa giù ad Ovest
Su degli alberi sospesi
Negli spazi idonei
Spero ancora in natura
In abitazioni osmotiche dove sarà difficile definire il dentro e il fuori
Solo in piccole isole o arcipelaghi
Sugli alberi e nelle grotte
In case mimetizzate nei boschi, tipo buco Hobbit
In piccole bolle
Sotto un albero o in riva al mare
Ci saranno le strade? Si 32% 68%
Come ci spostiamo?
Camminando
A piedi
Volando
Camminando tantissimo
In bici
A passo di danza tra le fronde degli alberi
A piedi, o con macchine a impatto zero, rudimentali, meccaniche non elettroniche...silenziose...O chiedendo "un passaggio" ai nostri vicini animali e non
Su piccole nuvole colorate che lasciano scie luminose e prendono energia direttamente da noi
Con la fantasia
A piedi o in bici
In barca, a piedi e con il vento
Si nuota nell' aria
Sentieri…è una dimensione più lenta e osservatrice
Per strada si corre e non si vedono le cose belle intorno a noi
Camminando e volando
Che tipo di clima immagini?
Estate
Un lungo inverno, una primavera delicata, un'estate breve e clemente, un autunno luminoso
Primaverile ma senza allergie
Primaverile ventoso
Direi mite, ma preferisco le stagioni
Sereno, qualche nuvola soffice che ci protegge e lo zefiro a risvegliarci
Un clima che segua le quattro stagioni
Clima mediterraneo
Temperatura sempre mite, primaverile
Piacevolmente caldo
Fresco e asciutto. tante stagioni, una per ogni piccolo cambiamento
Immagino una temperatura costante tra i 16 e i 24 gradi
Sole e pioggia e tante nuvole
Vorrei che fosse sempre settembre, al tramonto, 26 gradi
Temperato
Autunnale. Freddino ma non troppo, da giacchetta
Le 4 stagioni "giuste"
Nebbia o bruma
Tipo autunnale
Mediterraneo, salmastro
clima secco,22°, nuvole bianche pannose che vanno e vengono perché c'è sempre molto vento
Tantissime micro stagioni
Come comunicheremo?
Con gli sguardi
Con parole cantate e lunghi fischi per farsi sentire da lontano
Sottovoce
Attraverso il suono di conchiglie
Con un linguaggio verbale ma universale
Con lo sguardo
Cantando
Con vibrazioni a 432hz
Siamo così intuitivi e in connessione che possiamo comunicare solo con lo sguard
Cantando linguaggi antichissimi
Col sorriso.
Con tutte le parole, belle e brutte, ma dette piano o scritte con cura
Con i canti
Con le foglie e i sassi
Con i gesti, con gli odori e con i suoni
Con le parole, ma soprattutto con il pensiero
Telepatia
Comunicheremo parlando. Quando non staremo insieme, potremo videochiamare
In tutti i modi possibili!
Guardandoci negli occhi, o prendendoci per mano
Parlando, parlando tanto
Con delle lanterne e il rumore delle onde
mentalmente senza bisogno di parole ... Tutt* sapranno i pensieri di Tutt*
Con il tatto, i gesti, i suoni e gli odori
Come vivono le donne?
Vorrei un mondo androgino
In un mondo dove si può riflettere a voce alta
In relazione con gli elementi ma senza “un ruolo preciso” – non so ma a me la costante “donne = aver cura” ha un po' stancato…mi va stretto…perché non possiamo stare nell’azione?
Nella progettazione? Io conosco il significato profondo dell’aver cura, ma per la società sembra sempre “un essere madre” e no, non credo che quello sia la nostra vocazione o fine…pensare, progettare, agire, costruire…non so se sono riuscita a spiegare il mio punto di vista
il “femmineo” è diffuso tra maschi e femmine, la differenza tra loro è solo biologica
sono janas
le donne sono custodi di segreti e di qualcosa di prezioso. Hanno il potere di raccontare la memoria
vengono rispettate, sono libere di essere Donne, sagge e il loro sapere è legato alla Natura e i suoi benefici
come vogliono
come vogliono, libere!
vivono libere e serene. Prive di ogni pregiudizio
Tutti uguali. Non ci chiamiamo nemmeno donne così come gli uomini non si chiamano uomini
In alleanza con le altre donne, hanno loro posizioni di potere
Sono maghe
Sarà tutelata come il resto. Non ci sono gerarchie
In questo luogo ci saranno solo unicità e ogni essere vivente avrà la stessa importanza
Quanto tempo occuperà il lavoro?
Il 50% della giornata – 17%
il 20% della giornata- 10%
qui il lavoro per come lo conosciamo non esiste 73%
Quanto tempo per il gioco e la conoscenza?
50% di ogni giornata 17%
il più possibile e per tutta la vita 83%
20% di ogni giornata 0%
Il lavoro sarà
produco/consumo 3%
coltivo/preservo 97%
Saresti a favore di una città che invita alla lentezza? Si 100%
Che tipo di istruzione immagini?
Istruzione al saper fare, al saper creare, ognuno ha la sua abilità
Che esalti i talenti
Ognuno ha la possibilità di formarsi solo nelle materie più affini, assenza di voti
Libertaria
Prendendo ispirazione dall'ambiente che ci accoglie, di cui siamo parte
Divertente, per tuttə, che coltivi lo spirito critico e la creatività
Permanente
Da erborista e cultrici saperi antichi
Tipo un mix di cultura egizia e romana
Sensoriale
Onnicomprensiva
pubblica e collaborativa, fatta di passeggiate e condivisione di idee e pratiche, senza giudizi.
Creativa, letteraria e sognante
Quali luoghi della cultura vorresti?
Librerie e grandi mercati
Biblioteche e laboratori
X ogni ramo della cultura dei luoghi liberi di scambio e associazioni dove poter praticare
Luoghi di cultura non istituzionali, liberi, aperti a tutti H24 7/
Luoghi di arte e creatività accessibili e fruibili da tuttə, che raccontassero tutte le storie
La natura è cultura
Musei e biblioteche
Qualsiasi, purché si apprenda
immagino biblioteche ambulanti e spazi di discussione che assomigliano a teatri all'aperto
Artistici, biblioteche, musei, pinacoteche etc
Vorrei giardini di grandi ville dove gli alberi sono secolari e trasmettano storia …
Dove seppelliremo le persone?
sotto agli alberi
Dove avranno scelto le persone che non ci sono più
Polvere...per "tornare a vivere" nel mondo
Nella natura
Le ceneri tra le radici degli alberi, per tenere il ricordo vicino e lasciare che i resti diventino vita
I corpi verranno bruciati e donati alla terra
Sarei per la cremazione: ceneri lanciate in aria si trasformano in lucciole
Le bruceremo su pire
Nei miei sogni
Saranno cenere da spargere
Non si muore, il corpo si rigenera
Ceneri al vento
Sotto agli alberi
Cremazione gratis per Tutt*
Come seppelliremo le persone?
Avvolti in tessuti biodegradabili, sotto agli alberi con dei rituali festosi
Rituali spontanei e sentiti
Nessuna tomba...i ricordi di chi erano/sono di chi resta
Niente sepoltura, si bruciano e si lasciano nella natura
Con riti personali, per ciascuno quello più giusto, senza lasciare solo nessuno
Cremate, in un seme, che andrà a nutrire le piante che verranno
Nelle Capsula Mundi per diventare albero dopo la morte e così rinascere
Sotto un semino che farà crescere una pianta
Come si chiamerà questo luogo?
Eterea
Magnolia
Iperbole
Pianeta Terra
Non si potrà nominare perché sarebbe definirlo: questo mondo è in continuo mutamento
Bel Mondo
Casa
Mi sa che forse è il tuo Mondobosco
Infinito
Mondombo
Melltingpot
HITOIKI
Come vorresti chiamare la creatura traghettatrice?
Rabarbaro
Cerbiatto
Creatura possibilità
Spirito Errante
Magali
Fiato
somniare
Idem....bisognerebbe sceglierebbe una lingua di un altro pianeta, una lingua non conosciuta...
Zambula
Aria
Aria
Profondamente grata non mi resta che dire: "Ci vediamo a casa".
Giulia
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