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Viaggio verso l'Immaginazione




Siete a bordo dell’aereo 010684.

Benvenuti e Benvenute, la tratta del viaggio immaginario sarà la seguente:


Partenza: Punta dei Capelli

Arrivo: Pianta dei piedi

Sorvoleremo la costa passando sopra al cuore e dentro l’intestino.


Allacciate le cinture e fate un bel respiro.


Se foste claustrofobici (io lo sono) non preoccupatevi, questo è un aereo che ha la possibilità di aprire i finestrini.



L’immaginazione è un luogo che cambia continuamente forma.

Nel mio caso ha costruito grandi amori, disastri epocali, viaggi interstellari e favole più o meno possibili.

L'immaginazione la immagino come una rete da pesca che ogni giorno butto in un mare di percezioni, ricordi, memoria ed emozioni.

Asseconda le onde e poi raccoglie ciò che serve in un dato momento.

Mentre scrivo penso al profumo della crema per il viso di mia nonna (si, parlo spesso di lei) e automaticamente penso alla sua gonna a fiori che si era cucita da sola, penso alla salvia che metteva sopra la carne, all'odore dei suoi piedi e ai bigodini.

Poi sposto il pensiero verso il profumo di elicriso, arrivo in Sardegna, ricordo la sensazione fastidiosa dalla salsedine che secca i piedi e la difficoltà nel mettere le infradito, sento una folata di mirto, penso alle capre, a Cagliari, a Lorenzo Jovanotti che canta Serenata Rap, Irene, Alessandro e le girelle della Motta, alle alghe che si attaccano alle caviglie e mi facevano schifo, di nuovo rimbalzo al film “Ferie d'agosto”, in una scena tutti esprimono un desiderio, prima sparano al senegalese per sbaglio. Senegalese e torno a qualche giorno fa, quando ho voluto dare il resto della colazione a un persona che era fuori e ho scoperto che era cieco.

Gli ho toccato la mano e poi gli ho lasciato i soldi.

Camminando mi viene da piangere, penso a questa storia, a Umberto D di De Sica, penso a quanto sia assurdo tutto, ancor di più adesso, penso al meteorite che a volte chiamo ma non risponde.

Penso a lui che non vede, che non è visto e a quanto la sua cecità possa essere una giustificazione per gli altri.

Cecità, Saramago, Parigi, Via Cimarra, Roma, Lucia, Santopalato, l’arrampicata, la palestra popolare di San Lorenzo, Via dei Latini, la pinza con il pesce spada, arance e cipolle di Tropea, come mi sentivo in quei momenti? A volte persa e spaventata, altre volte libera senza urgenze, le vertigini emotive, belle le vertigini, la forza di camminare, Dennis Brown, Hong Kong Express, la paura di restare sola, gli attacchi di panico, restare immobili, sudare, piangere, trattenere le lacrime, Croda da Lago, Cortina, di nuovo Lucia, l’autogrill a Bologna e i Puffi, torno a casa, riparto, mi chiudo a riccio, finalmente libero il cuore, i rapporti difficili, sto da sola, riesco a stare sola, ho paura di stare con qualcuno, vedo un uomo, immagino, lascio perdere, vado avanti, immagino.

Siamo atterrati.

Ora potete slacciare la cintura e scendere in punta di piedi, come sempre.


Bene, siete saliti a bordo della mia testa e questo è uno dei tanti viaggi che faccio ogni giorno e che mi da la possibilità di tradurre le emozioni in illustrazione.




Cos’è per voi l’immaginazione?


Giulia

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